Dal mondo economico, scientifico, aziendale e dal nostro "pensatoio"
Domenica - Marzo 17, 2013
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Dal mondo economico, scientifico, aziendale e dal nostro "pensatoio", abbiamo scelto per voi :
√ Buone notizie, buone notizie – Nel decennio 2010 – 2020 si prevede una crescita del PIL mondiale del 4,5% medio all’anno. Vale a dire quanto mai successo in passato. Il fatto che questa crescita sia trainata dai Paesi del Bric (Brasile, Russia, India, Cina + vari emergenti orientali) e che riguardi solo marginalmente l’eurozona ci deve indurre ad alcune riflessioni. Seguendo il pensiero di Jim O’Nill, uno dei più accreditati economisti sulla scena, per intercettare questa ripresa le imprese italiane dovranno impegnarsi in un vero e proprio pentathlon economico. Ecco le sue discipline.
Made in Italy. Le nuove disponibilità economiche che si stanno creando dall’altra parte del mondo con l’accesso per decine di milioni di persone a consumi impensabili anche nel recente passato stanno generando una nuova domanda per tutto ciò che è autenticamente italiano e che si propone senza compromessi come portatore della nostra migliore tradizione: design, eleganza, qualità insuperabile, innovazione.
Internazionalizzazione. Il mercato domestico sarà afflitto per anni da un mix di stagnazione e deflazione con consumi tendenzialmente in diminuzione o, nella migliore delle ipotesi, piatti. In questo contesto l’attenzione dei responsabili commerciali italiani dovrà essere volta alla creazione di nuove relazioni internazionali con l’obbiettivo di intercettare la domanda proveniente dai mercati in crescita.
Organizzazione. Un’azienda che guarda alla parte più evoluta del mondo in crescita e che deve confrontarsi con partners organizzativamente esigenti non può più presentarsi con un assetto interno sciatto, inefficiente, demotivato, arretrato. La nuova organizzazione dovrà anche prevedere innovative forme di partnership tra “produttori” allo scopo di creare una gamma, raggiungere una massa critica, migliorare il servizio.
Nuova mentalità nei dipendenti. La maggior parte dei lavoratori italiani,
segue
nonostante l’imperversare della crisi, non ha ancora realmente compreso cosa sta
succedendo nel mondo e come ciò che sta succedendo può erodere la loro stessa impiegabilità. Non c’è sindacato che possa offrire una qualsiasi protezione contro questa minaccia. La sfida è passare da una cultura del “diritto al posto di lavoro” a quella del “diritto a far valere e pesare all’interno dell’azienda la propria capacità professionale, il proprio contributo e la propria iniziativa”. Una rivoluzione copernicana senza la quale le imprese non potranno affrontare il cambiamento, appesantite dallo sforzo di trainare un personale dipendente troppo dipendente.
Disciplina operativa. Questa è presente dove ogni addetto ha compreso perfettamente il suo ruolo, quello dei suoi colleghi, sa qual è l’obbiettivo da raggiungere e la posta in gioco e conseguentemente si muove dando il contributo che serve quando serve. Non si raggiunge disciplina operativa se prima non è avvenuto un cambio di mentalità. Senza disciplina operativa l’output sarà sempre di scarsa qualità, troppo costoso e costituzionalmente in ritardo. Peccati troppo gravi per competere nel pentathlon della nuova economia e dei nuovi mercati.