DAL MONDO ECONOMICO, SCIENTIFICO, AZIENDALE E DAL NOSTRO "PENSATOIO"
Martedi - Luglio 17, 2012
16:21
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DAL MONDO ECONOMICO, SCIENTIFICO, AZIENDALE E DAL NOSTRO "PENSATOIO", ABBIAMO SCELTO PER VOI :
√ In regalo per voi : Come conquistare la fiducia all’interno del team. Si parla tanto di leadership e poco di membership. Dopo tutto si tratta di ruoli sociali che si giocano quando si agisce insieme ad altri in modo organizzato, come avviene in azienda. Sono in ballo la capacità di guidare quando ci si trova a dirigere ma, speculare a questa, la capacità di essere membro del team quando non si dirige (membership). Entrambe sono qualità peculiari con specifiche caratteristiche e comportamenti che tutti dobbiamo conoscere per giocare al meglio il nostro ruolo. Chiedere in segreteria.
√ Motivazione, 3 - Una delle domande che più frequentemente vengono rivolte a noi presunti esperti del dirigere uomini è come si fa a motivare i collaboratori. Comprendiamo che il tema interessi molte persone – sia i desiderosi di motivare, quanto, se non di più, i desiderosi di essere motivati – ma non riusciamo, nel trattarlo, a sfuggire a un vago disagio.
Quelli che infatti sanno motivare come dote naturale, in genere non sanno nulla di motivazione, lo fanno e basta come conseguenza di una innata conoscenza degli uomini – tratto che contraddistingue quasi tutti i leader – che li porta a fare la cosa giusta per spingere la gente all’azione senza una vera consapevolezza del proprio agire.
Quelli che non sanno motivare ma che vorrebbero imparare a farlo cadono nella trappola di colui che ritenesse che per traversare l’oceano sia sufficiente conseguire la patente nautica: possono imparare delle regolette ma per arrivare a possedere l’istinto animalesco del marinaio che naviga anche in assenza di strumenti, dovranno aspettare un po’. Ecco quindi spiegato il nostro, lieve, imbarazzo.
Comunque da qualche parte bisogna iniziare e, se avete dei dubbi, cominciate a pensare che nessun uomo fa nulla senza una motivazione ed è compito del suo capo fornirgliela se vorrà trarre il meglio dalla sua collaborazione. Il problema è che le motivazioni umane sono diverse, ciò che spinge Giulio non è la stessa cosa che spinge Francesca e il primo gradino consiste nello scoprire questa specificità. Già però solo questo primo passo comporta una comprensione di tutto rispetto, consistente nell’accettare come normale il fatto che nulla di significativo può essere ottenuto, quando si lavora ad uno scopo definito insieme ad altra gente, senza l’adesione e la partecipazione delle persone che ci circondano.
Ma come ottenerle ? In fondo è semplice - per i motivatori naturali, meno per chi ha bisogno della patente nautica - infatti è sufficiente dare a Giulio. ciò che cerca Giulio e a Francesca ciò che cerca Francesca. Se entrambi lo trovano, daranno il 100% del loro potenziale e anche oltre, se no pazienza, si limiteranno al tradizionale 30% che per molti dirigenti solo di nome è tutto il sangue che riescono ad estrarre dalle loro rape. Facciamo un passo indietro. Come scoprire quello che Giulio e Francesca cercano? Qui la cosa comincia a farsi interessante. Bisogna infatti osservare come si comportano, come reagiscono alle situazioni, ai momenti di crisi, cosa esprimono quando un capo intelligente è capace di aprire un terreno di comunicazione. Insomma ci vuole una certa passione per il fattore umano, altra cosa che in genere caratterizza i veri leader.
Ci siamo accorti (ma la sterminata letteratura sull’argomento ce lo conferma) che in fondo i motivi che spingono le persone ad agire non sono poi molti. Li possiamo mettere in un grafico ordinandoli dai meno “nobili” ai più nobili - lo so, è una definizione arbitraria ma non ne trovo di migliori per trasmettere l’idea - insieme alla maggiore o minore frequenza con la quale si presentano.